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Per Saman – vittima dell’Islam radicale – non si è inginocchiato nessuno
La scomparsa di Saman Abbas è il frutto avvelenato dell’estremismo radicale, di quella parte dell’Islam che non vuole integrarsi, di coloro che sulla Legge e sulle Leggi dello Stato che li ospita, fanno prevalere il diritto consuetudinario ed i dettami religiosi. Saman è stata cancellata come fosse un tratto di matita invece che una vita; è stata cancellata – presumibilmente uccisa ad opera dei suoi familiari – dalla faccia della terra, da quel mondo in cui lei voleva vivere, amare, studiare, divertirsi, lavorare ed integrarsi. È stata punita perché ha detto no ad un matrimonio combinato in Pakistan; dietro alla sua terribile storia c’è anche una catena di buchi neri da denunciare, come il fenomeno dell’evasione scolastica, le forme di omertà, la latitanza di alcune istituzioni e del Centro che l’aveva accolta come vittima quando Saman, allora minorenne, aveva chiesto aiuto e protezione. Anche per questo la “commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio e la violenza sulle donne” del Senato ha avviato un’indagine conoscitiva; inoltre è fondatissimo il timore che ilcaso di Saman sia solo la punta dell’iceberg.
Il suo tragico caso è il simbolo di una visione islamista che dilaga anche in Italia ma nei dibattiti seguiti al fatto di cronaca, non c’è stata una presa di posizione di reale condanna, da parte delle comunità islamiche presenti in Italia e rappresentative; ed è stato assordante il silenzio di quella sinistra che dice di difendere i diritti delle donne ma che ha avuto paura di parlare di Saman e di chiamare le cose con il loro nome. Invece come Fratelli d’Italia, con Giorgia Meloni, abbiamo ribadito la verità: la diciottenne pakistana fatta sparire nel nulla ha pagato con la vita la sua voglia di libertà perché c’è un problema di oppressione delle donne islamiche in Italia e in Europa. Ed è questo il nodo da cui partire; bisogna ammettere e non nascondere la concezione di inferiorità della donna, che permea la cultura e la mentalità radicale islamica.
Fratelli d’Italia ha anche denunciato un altro fenomeno, per contestualizzare la grave situazione delle donne e delle bambine di fede islamica, quello sottovalutato dell’abbandono scolastico; sia i dati più recenti dell’Istat sulla dispersione scolastica che quelli del ministero dell’istruzione, sull’interruzione dei percorsi di studio e di formazione, confermano che l’Italia ha un tasso del 13,5% di abbandoni e per un terzo si tratta di giovani nati all’estero e, ancora, la dispersione è più femminile, ovvero di bambine e di ragazze, che maschile.
È per questo che Fratelli d’Italia ha presentato, sia alla camera che al Senato, un’interrogazione al ministro dell’istruzione Bianchi per chiedere al governo di affrontare con serietà e senza ipocrisia questo fenomeno sommerso. Non possiamo accettare che chi vive in Italia non rispetti le nostre leggi e le nostre regole; non possiamo accettare che diventi normale la tendenza di alcune comunità islamiche ad vivere in un universo parallelo e secondo un ordinamento conflittuale rispetto a quello dello Stato italiano.
Non si può negare il diritto all’istruzione delle bambine e delle ragazze straniere e bisogna denunciare con forza che c’è un problema in una parte dell’Islam che segue un’interpretazione fondamentalista del Corano. La stessa interpretazione che in alcuni paesi Islamici prevede, ad esempio, la pena di morte per il reato di omosessualità e per quello di apostasia e, che considera la donna schiava e priva di ogni forma di libertà.
Fratelli d’Italia non accetterà mai che in Italia si neghi, a bambine e ragazze stranieri, il diritto all’istruzione ed alle donne, appartenenti ad altre comunità, di esercitare le libertà fondamentali garantite.
Chi è omertoso su questi aspetti e violazioni, è complice delle conseguenze.
Dibattito sul tema: “Il caso Saman. L’oppressione delle donne islamiche in Italia e in Europa”, moderato dalla giornalista de “La Verità” Sarina Biraghi, con ospiti la senatrice Isabella Rauti e la scrittrice e giornalista Souad Sbai