A Olivadi, il paese in provincia di Catanzaro di cui era originario, l’addio al militare della Folgore morto durante un’esercitazione sul lago di Bolsena. Ai funerali, partecipatissimi, la salma avvolta nel tricolore e la sottosegretaria alla Difesa Isabella Rauti in rappresentanza del ministro Guido Crosetto
Il feretro avvolto nel tricolore, portato a spalla e scortato dai colleghi dell’Esercito. Toccante addio a Vincenzo Aiello, il paracadutista 45enne morto durante un’esercitazione sul lago di Bolsena a Capodimonte. Lunedì pomeriggio, 28 ottobre, partecipatissimi i funerali a Olivadi, il piccolissimo paese in provincia di Catanzaro di cui il sergente maggiore aiutante era originario.
I funerali di Vincenzo Aiello
Lo Stato, con la senatrice Isabella Rauti, i colleghi dell’Esercito, che hanno accompagnato Aiello nel suo ultimo volo con rispetto e orgoglio, e tutta la comunità si sono stretti attorno alla famiglia nella chiesetta del Santissimo Crocifisso dove è stata celebrata una cerimonia solenne e commovente. Erano presenti anche i vertici della Difesa e dell’Esercito e i sindaci della provincia di Catanzaro con i labari a lutto dei comuni e delle associazioni. La sottosegretaria alla Difesa Rauti ha partecipato in rappresentanza del ministro Guido Crosetto, ricordando così il militare: “Perdiamo un parà, un acquisitore obiettivi e un professionista orgoglioso del tricolore. Cieli blu, Enzo”.
La camera ardente
Per Aiello due camere ardenti. La prima sabato, allestita nella caserma Dante Chelotti di Viterbo, sede del Centro addestrativo aviazione dell’esercito. La salma è poi stata trasferita a Olivadi, dove questa mattina è stata aperta la seconda camera ardente nella casa di famiglia. Il paracadutista viene ricordato da familiari, amici e colleghi come un uomo e un militare di valore, dedito alla sua missione, al servizio e alla difesa del paese. Era stimato da tutti per il suo rigore e la sua competenza.
Il lutto cittadino
Per onorare la sua memoria il sindaco di Olivadi, Nicola Malta, ha proclamato il lutto cittadino. Durante i funerali bandiere a mezz’asta, uffici e attività commerciali chiusi e sospensione di attività rumorose e ricreative per testimoniare il dolore della comunità. “La proclamazione del lutto cittadino è il modo in cui l’amministrazione intende manifestare solennemente e tangibilmente il proprio dolore”, ha spiegato il sindaco Malta che ha invitato i cittadini a partecipare alla celebrazione in silenzio e raccoglimento. E così è stato. La chiesetta del paese non è riuscita a contenere tutte le persone, rimaste sul sagrato in piazza Beato Antonio dove era stato allestito un maxischermo. Accanto all’ingresso una distesa di fiori e corone e alcune foto di Aiello: scatti di vita privata e lavorativa.
L’inchiesta
La camera ardente e i funerali sono stati organizzati dopo l’autopsia, eseguita al cimitero di San Lazzaro a Viterbo per chiarire le cause della morte di Aiello. La procura ha aperto un’inchiesta per omicidio colposo, al momento contro ignoti, per stabilire se si sia trattato di un malore fatale e imprevedibile o se qualcosa sia andato storto durante l’addestramento. Le indagini sono state affidate ai carabinieri del nucleo investigativo, che anche in queste ore stanno continuando ad approfondire le dinamiche della tragedia con una serie di accertamenti e approfondimenti.
La tragedia al lago di Bolsena
Aiello, durante un’esercitazione congiunta con il terzo Reggimento elicotteri “Aldebaran” dell’Aves di Viterbo, martedì 22 ottobre si era tuffato in acqua per una simulazione di salvataggio. Ma qualcosa è andato storto. Dopo essersi lanciato dall’elicottero, è scomparso nel lago di Bolsena. Solo dopo lunghe ricerche e all’alba del giorno dopo, i sommozzatori dei vigili del fuoco hanno ritrovato il corpo. A circa 24 metri di profondità.
Chi era Vincenzo Aiello
Aiello, 45 anni, era un paracadutista esperto e un acquisitore obiettivi con circa vent’anni di servizio al 185esimo Reggimento paracadutisti ricognizione acquisizione obiettivi “Folgore” di Livorno. Nel corso della carriera ha partecipato a numerose missioni internazionali, anche in teatri operativi complessi, dimostrando sempre dedizione e professionalità. Celibe e senza figli, considerava il reparto a cui apparteneva una vera e propria famiglia.
[Fonte: www.viterbotoday.it]